Back to Blog

Le bufale dell’Authenticated Identity

  • - LiveRamp
  • 3 min read

Negli anni abbiamo notato alcune domande ricorrenti sull’Authenticated Identity. Abbiamo quindi pensato di condividere una rapida guida per sfatare i miti e rispondere ad alcune delle domande che riceviamo più di frequente.

BUFALA: L’open web non ha bisogno di Authenticated Identity

Il web è un’enorme fonte di informazioni e molti siti web forniscono gratuitamente molti, o spesso tuttii propri contenuti online. Per coprire i costi, questi siti si affidano ai ricavi derivanti dagli annunci pubblicitari (collaborando magari con diversi partner).

Inoltre, i consumatori stessi intrattengono continuamente delle relazioni con diversi siti. Affinché queste relazioni continue siano personalizzate sul consumatore e per ricordare correttamente le preferenze che ha espresso, i clienti possono autenticarsi, ad esempio, con l’e-mail, il numero di telefono o il social login, per memorizzare i dati e consentire un accesso più veloce e un’esperienza più fluida.

L’Authenticated Identity fornisce un valore al consumatore sotto forma di contenuti gratuiti e di personalizzazione e consente agli editori di mettere a disposizione dei consumatori i loro preziosi contenuti. L’internet libero prospera grazie alla pubblicità e l’Authenticated Identity è il fondamento della pubblicità moderna.

BUFALA: L’Authenticated Identity equivale ai cookie

Nella maggior parte dei contesti, il termine “cookie” si riferisce ai cookie di terze parti, che comportano molti problemi, nonostante siano alla base del moderno ecosistema digitale.

In particolare, i cookie di terze parti non offrono agli individui il miglior livello di trasparenza, di scelta o di controllo sull’utilizzo dei propri dati.

Al contrario, l’Authenticated Identity si basa su uno scambio di contenuti e/o di servizi affidabile e trasparente, in cambio di dati autenticati (come l’indirizzo e-mail). I consumatori sono in grado di controllare i propri dati e le proprie preferenze e di condividerli in modo trasparente e volontario in cambio di interazioni di valore con editori e marketer. Si ricorda comunque che l’Authenticated Identity funziona solo quando un consumatore condivide il proprio indirizzo e-mail.

BUFALA: L’Authenticated Identity non è conforme alla normativa sulla privacy

Le norme sulla privacy proteggono i dati dei consumatori e il loro controllo su di essi. Affinché l’Authenticated Identity possa funzionare in un panorama di continua evoluzione del GDPR e degli altri testi normativi, è necessaria una profonda comprensione delle normative stesse, oltre a:

  • un’infrastruttura per condividere e aggiornare le preferenze degli individui tra i partner;
  • una tecnologia per risolvere il problema della dispersione dei dati e collegare persone e autenticazioni;
  • un certo grado di fiducia e indipendenza, necessarie per mettere d’accordo tutte queste parti.

Noi forniamo ormai queste soluzioni rendendo l’Authenticated Identity conforme non solo alla lettera, ma anche allo spirito della normativa.

Con una regolamentazione della privacy in continua evoluzione, vogliamo perseguire il miglioramento dell’Authenticated Identity, non solo per rispettare la normativa, ma anche per soddisfare l’esigenza di privacy dei consumatori.

BUFALA: Il fingerprinting apre un’evoluzione maggiore dell’Authenticated Identity

La portata offerta dal fingerprinting è dovuta in parte alla raccolta e all’utilizzo “off-label” dei segnali del browser e della rete. Questi segnali, insieme alla creazione di un ID “sintetico”, non sono trasparenti per il consumatore, e la scelta di effettuare l’opt-out è, nel migliore dei casi, difficile da mettere in atto. La portata offerta dal fingerprinting per il targeting e la misurazione ha un costo enorme: la fiducia del consumatore.

Il fingerprinting è inaccettabile e pericoloso per l’ecosistema pubblicitario e per i consumatori. Inoltre, l’ecosistema sta iniziando a riconoscere questo problema: tutti i principali browser condannano il fingerprinting e anche le autorità di regolamentazione lo stanno valutando attentamente. Le aziende che si stanno preparando a un futuro post-cookie e che utilizzano il fingerprinting come parte centrale della loro strategia sono sottoposte a pressioni normative, ma anche a pressioni da parte dei consumatori, che cercano fiducia, trasparenza e controllo.

Al contrario, l’Authenticated Identity si basa sul consenso dei consumatori nella condivisione della propria identità. I walled garden hanno prosperato grazie all’Authenticated Identity, e ora il web aperto ha la possibilità di utilizzarla per raggiungere quella parità competitiva che cerca da tempo.