Le data clean room: potenzialità e limiti
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Le data clean room: potenzialità e limiti

  • - LiveRamp
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Dati e privacy non sono sempre stati migliori amici. I dati, usati per finalità commerciali e di marketing, sono una miniera d’oro per le imprese e, dagli anni 2000, sono venuti a galla i problemi legati alla sicurezza. Banche, assicurazioni, GAFA… tutti vantano una certa egemonia che li obbliga alla trasparenza. Oggi, anche se i dati dei giganti pubblicitari tendono a diminuire, esistono delle soluzioni.

 

Che cosa sono le data clean room?

Si pone continuamente la necessità di offrire un equilibrio tra responsabilità di sorveglianza dei dati ed esigenze di condivisione degli stessi. I marchi, le piattaforme multimediali e gli elaboratori di transazioni devono avere accesso ad alcuni dati per essere sempre più performanti. Ma la domanda persiste: entro quali limiti?

Dal 2018 e dall’era post-RGPD, i dipartimenti marketing non devono più causare fughe di dati, ma devono lavorare in favore del cliente. Sembra quindi profilarsi una soluzione: le data clean room. Mentre la gestione dei dati assume ormai un’importanza centrale, queste clan room proliferano, e c’è sempre più fermento quando si parla dei loro vantaggi.


Quali sono gli obiettivi del marketing dopo l’RGPD?
I marketer devono riuscire a far sì che la loro strategia evolva in modo strategico adottando nuove tecnologie, ma anche e soprattutto rendendo una priorità assoluta la privacy dei clienti.


Bisogna dire che le data clean room sono per definizione un ecosistema chiuso, dove si possono specificare ed eseguire richieste personalizzate su dati pubblicitari conservati in un walled garden. I walled garden sono, invece, ecosistemi pubblicitari organizzati in modo da garantire la sicurezza.

In fin dei conti, le data clean room non sono né più né meno che la somma delle regolamentazioni chiave legate alla privacy dei dati dei clienti e della guerra del cloud computing. È proprio la combinazione vincente più che necessaria, ma non così vincente per i marketer.

 

Le data clean room: una soluzione che non è unica

Bisogna ricordare che i dati pubblicitari sono archiviati nei famosi walled garden e che questi possono porre limitazioni rilevanti per alcuni strumenti di terze parti. Prima di pensare di adottare una soluzione tecnologica come l’Ads Data Hub o un equivalente su Facebook o Amazon, i marchi devono capire come utilizzarle.

Infatti, le data clean room non sono al riparo dai problemi tecnici legati alla sicurezza dei dati sensibili. Per questo, i dati devono essere obbligatoriamente filtrati in modo appropriato e il loro salvataggio deve essere associato a ID sicuri, in modo che nessuno riesca a incrociare le informazioni tra diversi ecosistemi.

I vari dipartimenti devono quindi stabilire delle regole interne per definire quali dati possono entrare nella clean room, come vengono combinati ma anche in quali circostanze possono essere divulgati.

 

Quali sono le soluzioni ottimali?

In questa nuova era in cui privacy e sicurezza sono le parole chiave, le data clean room sono un primo passo per riprendere il controllo sull’analisi, ma non sono comunque sufficienti. Per attuare un progetto di data clean room è necessaria, e l’abbiamo visto, una certa expertise tecnica ma anche e soprattutto un coordinamento strutturale e organizzativo in senso lato, in riferimento alla gestione dei dati.

Prima di essere operative sarà necessario un po’ di tempo. Per fortuna, esistono altri strumenti, come quello sviluppato da LiveRamp che affronta questa tematica da oltre 10 anni. A differenza di altri provider di soluzioni marketing, LiveRamp protegge i dati dei clienti eliminando dai file tutti i dati direttamente identificativi per renderli dati pseudonimizzati.

Questo processo si basa al contempo su tecnologie complesse di hashing irreversibile e su procedure di segregazione e di soppressione sul breve termine. In questo modo, colleghiamo i dati dei tuoi clienti alle tue applicazioni digitali di marketing al contempo proteggendo la vita privata del consumatore. Questo è il cosiddetto principio di deidentificazione ed è necessario diffonderlo velocemente: non c’è più tempo da perdere.

Data clean room + strumenti di pseudonimizzazione = ecco la soluzione a cui devono puntare i marchi per non entrare nella spirale dei problemi di privacy. LiveRamp ti può aiutare fin da subito a mettere in atto delle buone pratiche.

Sicurezza dei dati e privacy sono le due sfide fondamentali dell’era post-RGPD. Le data clean room sono sicuramente un buon inizio, ma non sono state rodate a sufficienza per rispondere ai reali problemi tecnologici e organizzativi. Una soluzione è offerta da LiveRamp, che conosce bene il processo di deidentificazione da oltre 10 anni, e ti può aiutare a mettere in atto uno strumento molto utile in tutta privacy e sicurezza senza perdere altro tempo.