Sono molto colpito dal fatto che, quando parliamo con i marchi del settore della loro strategia sui dati, l’argomento si risolve sempre in una questione di fiducia. I termini usati non sono sempre esattamente questi, ma si percepisce comunque che la fiducia è il motore di molti recenti cambiamenti all’interno del settore, e le strategie sui dati dei marchi devono riflettere questo panorama relativo ai dati, in continua evoluzione.
I diversi cambiamenti normativi, insieme all’imminente perdita di valore dei cookie di terze parti, sono fattori indicativi di una maggiore consapevolezza dei consumatori su come vengono utilizzati i loro dati. Il fil rouge è sempre questo: se un consumatore non si fida del modo in cui saranno utilizzati i suoi dati, cioè non crede che sia etico e vantaggioso per la sua brand experience, è sempre meno probabile che li divulghi.
Se un marchio vuole costruire e mantenere relazioni forti con i suoi clienti, la fiducia è, e dovrebbe essere, un valore indubbiamente fondamentale. E questo vale anche per le relazioni tra imprese che abbiano ad oggetto i dati, perché anch’esse devono essere fondate sulla fiducia.
Un’attenzione alla fiducia che si deve applicare a qualsiasi set di dati che un marchio è in grado di sfruttare:
- Per raccogliere e utilizzare i dati di prima parte, i marchi devono guadagnare la fiducia dei clienti, altrimenti questi non cederanno i dati e non forniranno il consenso al trattamento. I cambiamenti normativi riflettono e sostengono questa idea, e a buon diritto.
- I marchi che cercano di collaborare con altri marchi legandosi con partnership di dati (a volte chiamati dati di seconda parte) devono sviluppare una relazione di fiducia reciproca in merito al trattamento e all’utilizzo dei dati, istituendo i necessari procedimenti, controlli e autorizzazioni.
- Infine, i marchi che desiderano utilizzare dati di terze parti devono fidarsi dei rispettivi fornitori di dati: saranno necessarie garanzie sia sulla qualità sia sulla provenienza. A loro volta, i fornitori di dati sono incentivati a dimostrare l’ottemperanza della normativa e a garantire la trasparenza, in particolare rispetto al RGPD.
Quando penso alla strategia di LiveRamp degli ultimi anni, è evidente che gran parte delle nostre azioni sono state volte ad aiutare i marchi e i publisher a costruire un rapporto di fiducia con i consumatori oppure a rimuovere gli elementi di ostacolo alla fiducia:
- Abbiamo aggiunto l’attività della piattaforma per la gestione del consenso, creando le basi per LiveRamp Privacy Manager, che permette ai marchi di instaurare un rapporto di fiducia con i loro clienti, visto che il loro consenso è stato correttamente ottenuto e conservato.
- Abbiamo lanciato la nostra Authenticated Traffic Solution (ATS) per contribuire alla transizione dell’ecosistema digitale verso un mondo che si basi espressamente sullo scambio dei valori e il consenso. In altre parole, ci siamo mossi verso un ecosistema fondato sulla fiducia, da cui brand, publisher e consumatori possano trarre beneficio.
- Abbiamo sviluppato LiveRamp Safe Haven, una piattaforma di connettività dei dati che permette la data collaboration tra attività diverse rimuovendo gli ostacoli alla fiducia.
- Abbiamo costantemente fatto in modo che la conformità alla normativa di tutti i nostri fornitori di dati sia rigorosamente valutata dal nostro team di etica dei dati, così che i marchi possano sfruttare dati di terze parti di alta qualità e di provenienza etica.
LiveRamp ha costantemente posto la fiducia al centro di tutta la sua attività, dai prodotti offerti alle partnership intrecciate fino ai clienti assistiti. Quando i marchi pensano alle strategie pubblicitarie e dei dati, è importante che comprendano bene l’importanza che svolge la fiducia, per raggiungere risultati di successo e sfruttare strategie e strumenti che aiutino a costruire e mantenere tale valore.
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